L’espulsione di stranieri condannati penalmente: il difficile bilanciamento tra l’interesse dello Stato alla difesa dell’ordine pubblico e il diritto dello straniero all’unità familiare
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1. Con la sentenza nel caso Omojudi c. Regno Unito la Corte europea di Strasburgo ha aggiunto un importante tassello alla sua copiosa, e oscillante, giurisprudenza in tema di protezione dell’unità familiare dello straniero nel caso di espulsione a seguito di condanna penale. Dichiarando illegittimo l’ordine di espulsione disposto dal Governo britannico nei confronti di un cittadino nigeriano residente di lungo periodo nel Regno Unito – lì sposato da ventisei anni e con tre figli tutti nati in territorio britannico – che aveva subito diverse condanne penali, i giudici europei hanno ritenuto sproporzionata la misura dell’espulsione, fondata sul legittimo interesse dello Stato alla prevenzione della criminalità e alla tutela dell’ordine pubblico, rispetto al fondamentale diritto del ricorrente all’unità familiare. La causa è originata dal ricorso del sig. Omojudi, cittadino nigeriano residente nel Regno Unito dall’età di ventidue anni e lì raggiunto dalla moglie della stessa nazionalità, con la quale il ricorrente ha avuto tre figli, tutti cittadini britannici, di cui due minorenni all’epoca del ricorso e uno, il maggiore, già padre di una bambina di due anni. A seguito di due ordini di espulsione per scadenza del titolo di soggiorno, entrambi appellati senza successo, nel 1989 il ricorrente veniva condannato per furto e associazione a delinquere finalizzata alla truffa a quattro anni di carcere.[...]
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