I confini di liceità della cronaca, tra fatti ed opinioni |
|
|
I giudici di Strasburgo hanno più volte sottolineato il fondamentale ruolo svolto dalla stampa nella costruzione di una società democratica, dovendo essa comunicare informazioni ed idee su ogni questione di interesse generale e pur sempre nel rispetto dei suoi doveri e delle sue responsabilità: alla stessa si impongono quindi limiti che non debbono essere oltrepassati, riguardanti in particolare la protezione dell’altrui reputazione, il divieto di divulgazione delle informazioni confidenziali, la salvaguardia della sicurezza nazionale, la prevenzione dei reati e - di specifico interesse nel caso - la tutela dell’autorità del potere giudiziario (casi Observer e Guardian c. Regno Unito, decisione del 26 novembre 1991, ricorso n° 13585/88; Sunday Times c. Regno Unito, decisione del 26 novembre 1991, ricorso n° 13166/87). E’ difatti pacifico, nella giurisprudenza europea, che la valutazione della legittimità delle ingerenze statali alla libertà di stampa si avvalga di un metro peculiare ove la cronaca e la critica giornalistica si dirigano avverso il potere giudiziario (Castells c. Spagna, decisione del 23 aprile 1992, ricorso n° 11798/85; Thorgeir Thorgeirson c. Islanda, decisione del 25 giugno 1992, ricorso n° 13778/88). La tutela dei diritti all’onore ed alla reputazione spettanti ai magistrati deve infatti tener conto della necessità di garantire la fiducia dell’opinione pubblica nel potere giudiziario, ovvero la fiducia quanto alla loro terzietà ed imparzialità nello svolgimento delle funzioni, ciò anche considerando che il dovere di riservatezza generalmente impedisce ai magistrati “attaccati” di reagire alle offese loro rivolte (Prager e Oberschlick c. Austria, decisione del 26 aprile 1995, ricorso n° 15974/90).[...]
|
|
|
|
|
|