La controversa divaricazione tra garanzie del giusto processo e tutela del diritto di difesa dello straniero di fronte all’espulsione nella Cedu |
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1. La sentenza in commento si inserisce a pieno titolo nell’orientamento giurisprudenziale elaborato dalla Corte Edu in tema di tutela delle garanzie giurisdizionali nei confronti dello straniero colpito da un ordine di espulsione: se la Corte ha sempre escluso la riconducibilità delle ipotesi di difesa dal provvedimento di espulsione – e dalle misure restrittive ad essa collegate – al principio del giusto processo sancito all’art. 6 Cedu, sono stati individuati ulteriori strumenti di tutela nell’art. 13 Cedu, necessariamente collegato alla violazione di un diritto sostanziale protetto dalla Convenzione, e nell’art. 1 Prot. n. 7, specificamente dedicato alle garanzie procedurali nel procedimento di espulsione ma riferito ai soli stranieri regolarmente presenti sul territorio. Il caso Lupsa, in particolare, affronta la questione dei limiti al potere degli Stati di allontanare uno straniero indesiderato perché sospettato di coinvolgimento in attività pericolose per la sicurezza nazionale; anche in questo caso le autorità statali sono tenute al rispetto del diritto fondamentale dello straniero alla revisione dell’ordine di espulsione da parte di un’autorità terza e imparziale, innanzi alla quale sia garantito il contraddittorio e minime garanzie di difesa, ricavabile dall’art.1 Prot. 7 e dall’art. 8 Cedu. [...]
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