Divieto di Tortura L’effettività dei diritti alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. https://diritti-cedu.unipg.it/index.php 2016-08-29T16:13:34Z Joomla! 1.5 - Open Source Content Management CIERVO-IL SISTEMA ITALIANO DI ACCOGLIENZA E TUTELA DEI RICHIEDENTI PROTEZIONE INTERNAZIONALE SOTTO LA LENTE DEI GIUDICI DI STRASBURGO. UNA BREVE ANALISI DI DUE RECENTI SENTENZE DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO 2014-12-17T23:00:00Z 2014-12-17T23:00:00Z https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=168%3Aciervo-una-questione-privata-e-di-diritto-interno-la-consulta-dichiara-incostituzionale-il-divieto-di-accesso-alle-tecniche-di-procreazione-medicalmente-assistita-di-tipo-eterologo&catid=41%3Adivieto-di-tortura&Itemid=84&lang=it Administrator rosella@econet.it <table class="art_table1" border="0" align="center"> <tbody> <tr> <td><!--Tabella inserimento link--> <table class="art_table1_links" border="0" align="left"> <tbody> <tr> <!--Link ad articolo completo--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=436&amp;Itemid=160">articolo completo</a></td> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=437&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a><!--Sentenza di riferimento--></td> </tr> <tr> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=438&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a><!--Sentenza di riferimento--></td> </tr> <tr> <!--Contatta l'autore // mail--> <td class="art_table1_links_mail"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it">contatta l'autore</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> <td><!--Tabella Autore--> <table class="art_table1_author" border="0" align="right"> <tbody> <tr> <td class="art_table1_author_int">Autore dell'articolo</td> </tr> <tr> <td class="art_table1_author_name"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it">Antonello Ciervo</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> </tr> <tr> <td class="art_table1_contenuto" colspan="2"><!--Contenuto anteprima articolo--> <p>Nell’arco di poco meno di due settimane, tra la fine di ottobre e l’inizio del mese di novembre 2014, la Corte di Strasburgo, pur in diversa composizione, ha avuto modo di pronunciarsi sul sistema di accoglienza, oltre che sulle modalità con cui l’Italia recepisce le domande di richiesta di protezione internazionale. Si tratta, specificamente, della sentenza della seconda sezione della Corte EDU, datata 21 ottobre 2014, Sharifi contro Italia e Grecia (n. 16643/09) e dell’importante decisione della Grande Chambre, del successivo 4 novembre, Tarakhel contro Svizzera (n. 29217/12). Nel primo caso, l’Italia è stata condannata, insieme alla Grecia, per una prassi illegale di respingimento verso le coste elleniche di potenziali richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan; nel secondo caso, invece, pur non essendo formalmente convenuta in giudizio, la Corte ha dato una valutazione parzialmente negativa del sistema di protezione ed accoglienza italiano a tutela dei richiedenti asilo, in questo modo condannando la Svizzera che riteneva di dover trasferire nel nostro Paese, ai sensi del c. d. “Regolamento Dublino II”, una famiglia di origine afghana, composta dal ricorrente, dalla moglie e dai loro sei figli, tutti minorenni. [...]</p> </td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> </tbody> </table> <table class="art_table1" border="0" align="center"> <tbody> <tr> <td><!--Tabella inserimento link--> <table class="art_table1_links" border="0" align="left"> <tbody> <tr> <!--Link ad articolo completo--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=436&amp;Itemid=160">articolo completo</a></td> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=437&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a><!--Sentenza di riferimento--></td> </tr> <tr> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=438&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a><!--Sentenza di riferimento--></td> </tr> <tr> <!--Contatta l'autore // mail--> <td class="art_table1_links_mail"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it">contatta l'autore</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> <td><!--Tabella Autore--> <table class="art_table1_author" border="0" align="right"> <tbody> <tr> <td class="art_table1_author_int">Autore dell'articolo</td> </tr> <tr> <td class="art_table1_author_name"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it">Antonello Ciervo</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> </tr> <tr> <td class="art_table1_contenuto" colspan="2"><!--Contenuto anteprima articolo--> <p>Nell’arco di poco meno di due settimane, tra la fine di ottobre e l’inizio del mese di novembre 2014, la Corte di Strasburgo, pur in diversa composizione, ha avuto modo di pronunciarsi sul sistema di accoglienza, oltre che sulle modalità con cui l’Italia recepisce le domande di richiesta di protezione internazionale. Si tratta, specificamente, della sentenza della seconda sezione della Corte EDU, datata 21 ottobre 2014, Sharifi contro Italia e Grecia (n. 16643/09) e dell’importante decisione della Grande Chambre, del successivo 4 novembre, Tarakhel contro Svizzera (n. 29217/12). Nel primo caso, l’Italia è stata condannata, insieme alla Grecia, per una prassi illegale di respingimento verso le coste elleniche di potenziali richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan; nel secondo caso, invece, pur non essendo formalmente convenuta in giudizio, la Corte ha dato una valutazione parzialmente negativa del sistema di protezione ed accoglienza italiano a tutela dei richiedenti asilo, in questo modo condannando la Svizzera che riteneva di dover trasferire nel nostro Paese, ai sensi del c. d. “Regolamento Dublino II”, una famiglia di origine afghana, composta dal ricorrente, dalla moglie e dai loro sei figli, tutti minorenni. [...]</p> </td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> </tbody> </table> CIERVO - IL “MIGLIO VERDE”: NOTE A PRIMA LETTURA ALLA SENTENZA “HIRSI” 2012-05-03T23:00:00Z 2012-05-03T23:00:00Z https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=137%3Aciervo-il-miglio-verde-note-a-prima-lettura-alla-sentenza-hirsi&catid=41%3Adivieto-di-tortura&Itemid=84&lang=it Administrator rosella@econet.it <table class="art_table1" border="0" align="center"> <tbody> <tr> <td><!--Tabella inserimento link--> <table class="art_table1_links" border="0" align="left"> <tbody> <tr> <!--Link ad articolo completo--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=204&amp;Itemid=160"> </a><span class="doclink"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=293&amp;Itemid=160">articolo completo</a></span></td> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><span class="doclink"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=294&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a></span></td> </tr> <tr> <!--Contatta l'autore // mail--> <td class="art_table1_links_mail"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it">contatta l'autore</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> <td><!--Tabella Autore--> <table class="art_table1_author" border="0" align="right"> <tbody> <tr> <td class="art_table1_author_int">Autore dell'articolo</td> </tr> <tr> <td class="art_table1_author_name"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it"> Antonello Ciervo</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> </tr> <tr> <td class="art_table1_contenuto" colspan="2"><!--Contenuto anteprima articolo--> <p>Nei primi giorni del mese di maggio del 2009, circa 200 persone salpano clandestinamente dalle coste libiche su tre imbarcazioni di fortuna per raggiungere le coste italiane. Tra di loro ci sono 11 cittadini somali e 13 eritrei che, in questo modo, cercano di raggiungere il territorio del nostro paese al fine di richiedere asilo.<br /> Il 6 maggio le imbarcazioni si trovano a circa 35 miglia marine a sud di Lampedusa, all’interno della zona marittima di ricerca e di salvataggio - la c. d. “zona di responsabilità SAR” di competenza maltese -, quando vengono raggiunte da tre ammiraglie della guardia di finanza che, intercettate le imbarcazioni, le riconducono al porto di Tripoli dopo aver fatto salire a bordo tutti i passeggeri, senza però porre in essere alcuna procedura di identificazione.<br />Dopo dieci ore di navigazione, le ammiraglie giungono al porto di Tripoli dove costringono con la forza i migranti a scendere sulla banchina e, in questo modo, li affidano alle autorità di pubblica sicurezza libiche, così come stabilito dal trattato internazionale stipulato tra i due paesi il 29 dicembre del 2007. [...]</p> </td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> </tbody> </table> <table class="art_table1" border="0" align="center"> <tbody> <tr> <td><!--Tabella inserimento link--> <table class="art_table1_links" border="0" align="left"> <tbody> <tr> <!--Link ad articolo completo--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=204&amp;Itemid=160"> </a><span class="doclink"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=293&amp;Itemid=160">articolo completo</a></span></td> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><span class="doclink"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=294&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a></span></td> </tr> <tr> <!--Contatta l'autore // mail--> <td class="art_table1_links_mail"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it">contatta l'autore</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> <td><!--Tabella Autore--> <table class="art_table1_author" border="0" align="right"> <tbody> <tr> <td class="art_table1_author_int">Autore dell'articolo</td> </tr> <tr> <td class="art_table1_author_name"><a href="mailto:anto.ciervo@hotmail.it"> Antonello Ciervo</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> </tr> <tr> <td class="art_table1_contenuto" colspan="2"><!--Contenuto anteprima articolo--> <p>Nei primi giorni del mese di maggio del 2009, circa 200 persone salpano clandestinamente dalle coste libiche su tre imbarcazioni di fortuna per raggiungere le coste italiane. Tra di loro ci sono 11 cittadini somali e 13 eritrei che, in questo modo, cercano di raggiungere il territorio del nostro paese al fine di richiedere asilo.<br /> Il 6 maggio le imbarcazioni si trovano a circa 35 miglia marine a sud di Lampedusa, all’interno della zona marittima di ricerca e di salvataggio - la c. d. “zona di responsabilità SAR” di competenza maltese -, quando vengono raggiunte da tre ammiraglie della guardia di finanza che, intercettate le imbarcazioni, le riconducono al porto di Tripoli dopo aver fatto salire a bordo tutti i passeggeri, senza però porre in essere alcuna procedura di identificazione.<br />Dopo dieci ore di navigazione, le ammiraglie giungono al porto di Tripoli dove costringono con la forza i migranti a scendere sulla banchina e, in questo modo, li affidano alle autorità di pubblica sicurezza libiche, così come stabilito dal trattato internazionale stipulato tra i due paesi il 29 dicembre del 2007. [...]</p> </td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> </tbody> </table> I limiti all’espulsione dello straniero tra lotta al terrorismo e diritti fondamentali non derogabili 2010-04-15T11:06:05Z 2010-04-15T11:06:05Z https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=105%3Ai-limiti-allespulsione-dello-straniero-tra-lotta-al-terrorismo-e-diritti-fondamentali-non-derogabili&catid=41%3Adivieto-di-tortura&Itemid=84&lang=it Administrator rosella@econet.it <table class="art_table1" border="0" align="center"> <tbody> <tr> <td><!--Tabella inserimento link--> <table class="art_table1_links" border="0" align="left"> <tbody> <tr> <!--Link ad articolo completo--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=186&amp;Itemid=160">articolo completo</a></td> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=165&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a></td> </tr> <tr> <!--Contatta l'autore // mail--> <td class="art_table1_links_mail"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a href="mailto:mariachiara1978@libero.it">contatta l'autore</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> <td><!--Tabella Autore--> <table class="art_table1_author" border="0" align="right"> <tbody> <tr> <td class="art_table1_author_int">Autore dell'articolo</td> </tr> <tr> <td class="art_table1_author_name"><a href="mailto:mariachiara1978@libero.it"> Maria Chiara Locchi </a></td> </tr> </tbody> </table> </td> </tr> <tr> <td class="art_table1_contenuto" colspan="2"><!--Contenuto anteprima articolo--> 1. La decisione Saadi c. Italia del 28 febbraio 2008 rappresenta un fondamentale riferimento nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di protezione dell’art. 3 Cedu a fronte di misure di espulsione di stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo internazionale. Nell’ambito di una giurisprudenza fortemente oscillante ed eterogenea negli esiti la Corte ha riaffermato e consolidato il carattere di previsione assoluta ed inderogabile dell’art. 3, negando fermamente qualsivoglia forma surrettizia di “fair balance” tra il divieto della tortura e di pene o trattamenti inumani o degradanti e la tutela di altri valori pur fondamentali – quali, come nel caso di specie, la sicurezza pubblica minacciata dal terrorismo internazionale. La nettezza dell’affermazione dell’”assolutezza” del divieto ex art. 3 – che si declina nel divieto di espulsione verso un paese a rischio di maltrattamenti dalla norma stessa vietati – costituisce infatti il profilo qualificante di tale pronuncia, che ribadisce le linee argomentative già espresse in precedenza dalla Corte (soprattutto nel caso Chahal c. Regno Unito, sent. 15 novembre 1996) riaffermandone con forza – e stavolta all’unanimità – i principi qualificanti, anche, e soprattutto, in tempi di accentuato allarme terroristico. [...]<br /></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> </tbody> </table> <table class="art_table1" border="0" align="center"> <tbody> <tr> <td><!--Tabella inserimento link--> <table class="art_table1_links" border="0" align="left"> <tbody> <tr> <!--Link ad articolo completo--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=186&amp;Itemid=160">articolo completo</a></td> </tr> <tr> <!--Link a sentenza di riferimento--> <td class="art_table1_links_pdf"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a class="doclink" href="https://diritti-cedu.unipg.it/index.php?option=com_docman&amp;task=doc_download&amp;gid=165&amp;Itemid=160">sentenza di riferimento</a></td> </tr> <tr> <!--Contatta l'autore // mail--> <td class="art_table1_links_mail"></td> <td class="art_table1_links_txt"><a href="mailto:mariachiara1978@libero.it">contatta l'autore</a></td> </tr> </tbody> </table> </td> <td><!--Tabella Autore--> <table class="art_table1_author" border="0" align="right"> <tbody> <tr> <td class="art_table1_author_int">Autore dell'articolo</td> </tr> <tr> <td class="art_table1_author_name"><a href="mailto:mariachiara1978@libero.it"> Maria Chiara Locchi </a></td> </tr> </tbody> </table> </td> </tr> <tr> <td class="art_table1_contenuto" colspan="2"><!--Contenuto anteprima articolo--> 1. La decisione Saadi c. Italia del 28 febbraio 2008 rappresenta un fondamentale riferimento nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di protezione dell’art. 3 Cedu a fronte di misure di espulsione di stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo internazionale. Nell’ambito di una giurisprudenza fortemente oscillante ed eterogenea negli esiti la Corte ha riaffermato e consolidato il carattere di previsione assoluta ed inderogabile dell’art. 3, negando fermamente qualsivoglia forma surrettizia di “fair balance” tra il divieto della tortura e di pene o trattamenti inumani o degradanti e la tutela di altri valori pur fondamentali – quali, come nel caso di specie, la sicurezza pubblica minacciata dal terrorismo internazionale. La nettezza dell’affermazione dell’”assolutezza” del divieto ex art. 3 – che si declina nel divieto di espulsione verso un paese a rischio di maltrattamenti dalla norma stessa vietati – costituisce infatti il profilo qualificante di tale pronuncia, che ribadisce le linee argomentative già espresse in precedenza dalla Corte (soprattutto nel caso Chahal c. Regno Unito, sent. 15 novembre 1996) riaffermandone con forza – e stavolta all’unanimità – i principi qualificanti, anche, e soprattutto, in tempi di accentuato allarme terroristico. [...]<br /></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> <tr> <td></td> <td></td> </tr> </tbody> </table>