Prova del DNA, conservazione di dati personali e censure della Corte europea dei diritti dell’uomo nei riguardi del Regno Unito. |
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1. Raccolta e conservazione di campioni biologici. L’intervento della Corte EDU ed il sistema di raccolta dei dati da parte del Regno Unito
Il crescente utilizzo di “database” contenenti riferimenti di tipo genetico ed il loro utilizzo in ambito giudiziario si pone in termini problematici con riguardo al rispetto ed alla tutela di diritti fondamentali dell’individuo. Tali strumenti presentano indubbi vantaggi: contribuiscono in modo notevole all’accertamento del reato, garantiscono rapidità di intervento a livello investigativo, consentono risparmio di risorse umane ed economiche, assicurano la possibilità di realizzare uno scambio di informazioni tra Paesi. D’altro canto, il ricorso a questo tipo di strumenti investigativi pone l’esigenza di un’adeguata regolamentazione per l’utilizzo e la conservazione dei dati raccolti al fine di salvaguardare la diffusione e l’accesso ai dati personali. In particolare, suscettibile di specifica tutela è l’esigenza di garantire la giusta protezione per la “privacy genetica” dell’individuo. Ed è proprio su questo tema che la Corte europea dei diritti dell’uomo si è soffermata, nella sentenza in commento (S. e Marper v. The United Kingdom), denunciando le carenze insite nel sistema inglese e fissando delle importanti linee direttive in tema di conservazione dei dati biologici raccolti a fini giudiziari ed investigativi negli appositi database.[...]
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