REPETTO - Il Trattato di Lisbona ha attribuito alla CEDU un’efficacia diretta e prevalente nell’ordinamento interno? Consiglio di Stato e TAR Lazio alla ricerca di nuove (e discutibili) soluzioni |
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Gli ultimi anni sono stati contrassegnati dall’aumento e dalla sovrapposizione degli strumenti di tutela dei diritti fondamentali in Europa e, in particolare, l’ordinamento italiano ha sperimentato una fase di assestamento nei suoi rapporti con l’Unione europea e, soprattutto, con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quest’ultima, in particolare, è stata oggetto a cavallo degli anni duemila di ripetute attenzioni da parte dei giudici ordinari, soprattutto della Corte di cassazione, che hanno a più riprese tentato di attribuirle un’efficacia superiore rispetto a quella di legge ordinaria che tradizionalmente le era stata assegnata. Conseguiva, dall’ancoraggio della CEDU ad alcuni articoli della Costituzione ritenuti di volta in volta pertinenti (artt. 2, 10 e 11), la rivendicazione del potere per il giudice di disapplicare la normativa interna che si rivelasse in contrasto con norme della CEDU o con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (v., tra le ultime, Cass., sez. un. civ., sent. 23.12.2005, n. 28507 e Cass. pen., sent. 3.10.2006, n. 32678). [...]
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