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Violazione del diritto all’istruzione e garanzia della libertà di pensiero, coscienza e religione: quale enforcement per la sentenza Lautsi c. Italia?
English Version
Autori dell'articolo
Pietro Cuomo
Giulia Mantovani
La Corte Europea dei diritti dell’Uomo (Corte EDU) si è recentemente pronunciata sul caso Lautsi c. Italia, nel quale veniva sollevata una questione di legittimità con riguardo ad alcune norme italiane (artt. 159 e 190 del d.lgs. 16 aprile 1994, n. 297 del r.d. 26 aprile 1928, n. 1297 e dell’art. 118 del r.d. 30 aprile 1924, n. 965 e dell’art. 676 del predetto d.lgs. n. 297 del 1994) che permettono l’esposizione di simboli religiosi confessionali (nel caso, crocifissi) in edifici scolastici pubblici. La controversia ebbe origine quando, nell’aprile 2002, la signora Lautsi, di origini finlandesi, chiese nel corso di una riunione scolastica la rimozione dei crocifissi dalle aule della scuola di Abano Terme frequentata dai suoi figli di otto e tredici anni, ritenendo che tale esposizione fosse in contrasto con il principio di laicità dello Stato, come peraltro già precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale italiana (Cass. pen. Sez. IV, Sent. del 01 marzo 2000, n. 4273) in relazione all’esposizione di crocifissi nei seggi elettorali. Il Consiglio d’istituto negò la rimozione e contro tale decisione la signora ricorse al TAR del Veneto. Nel corso del giudizio, il TAR, alla luce del principio di laicità dello Stato e, comunque, degli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, sollevò questione di legittimità costituzionale in relazione alle norme regolamentari che consentono l’esposizione del crocifisso nelle aule. La Corte costituzionale dichiarò l’inammissibilità del ricorso a causa della natura regolamentare delle fonti impugnate, pertanto escluse dalla sua competenza (Corte Cost., Ord. del 15 dicembre 2004, n. 389). Fu allora il TAR a pronunciarsi nel marzo 2005 (TAR Veneto, Sent. del 17 marzo 2005, n. 1110), respingendo il ricorso della signora Lautsi. Secondo il TAR, infatti, il crocifisso esposto nelle aule scolastiche non aveva in quella sede valenza religiosa, ma stava a rappresentare la storia e la cultura italiana e la sua affissione non era pertanto in contrasto con il principio di laicità dello Stato garantito dalla Costituzione. Contro tale decisione, la signora Lautsi presentò ricorso al Consiglio di Stato ma anche qui non ottenne soddisfazione (Cons. Stato, Sez. VI, Sent. del 13 febbraio 2006, n. 556). Il Consiglio aderì, infatti, alla tesi avallata dal TAR Veneto secondo la quale il crocifisso era divenuto un simbolo laico dei valori contenuti nella Costituzione italiana ed in particolare della convivenza civile. Contro tale ultima pronuncia la signora Lautsi fece ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.[...]
 

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