Autore: Rosella Alunni

Copenhagen Declaration (12 and 13 April 2018)

Copenhagen Declaration

The High Level Conference meeting in Copenhagen on 12 and 13 April 2018 at the initiative of the Danish Chairmanship of the Committee of Ministers of the Council of Europe (“the Conference”) declares as follows:
1.
The States Parties to the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) reaffirm their deep and abiding commitment to the Convention, and to the fulfilment of their obligation under the Convention to secure to everyone within their jurisdiction the rights and freedoms defined in the Convention. They also reaffirm their strong attachment to the right of individual application to the European Court of Human Rights (“the Court”) as a cornerstone of the system for protecting the rights and freedoms set forth in the Convention.
2.
The Convention system has made an extraordinary contribution to the protection and promotion of human rights and the rule of law in Europe since its establishment and today it plays a central role in maintaining democratic security and improving good governance across the Continent.
3.
The reform process, initiated in Interlaken in 2010 and continued through further High Level Conferences in Izmir, Brighton and Brussels, has provided an important opportunity to set the future direction of the Convention system and ensure its viability. The States Parties have underlined the need to secure an effective, focused and balanced Convention system, where they effectively implement the Convention at national level, and where the Court can focus its efforts on identifying serious or widespread violations, systemic and structural problems, and important questions of interpretation and application of the Convention.
4.
The reform process has been a positive exercise that has led to significant developments in the Convention system. Important results have been achieved, in particular by addressing the need for more effective national implementation, improving the efficiency of the Court and strengthening subsidiarity.
5.
It has been agreed that, before the end of 2019, the Committee of Ministers should decide whether the measures adopted so far are sufficient to assure the sustainable functioning of the control mechanism of the Convention or whether more profound changes are necessary. Approaching this deadline, it is necessary to take stock of the reform process with the goal of addressing current and future challenges.[…]

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Protecting Fundamental Rights in the European Union

Dal 21 Febbraio 2018 al 12 Aprile 2018
Módulo europeo Jean Monnet

Certificado de asistencia y participación: Se expedirá certificado a los/as alumnos/as que asistan y participen en, al menos, siete de las 10 sesiones que constituyen el módulo.
Iscrizione https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScp5MQjTI8S_ QciYmIDir2ZXtdr0f8hQXmyIAWY_pwazPXjIw/viewform?c=0&w=1
Dal 21 Febbraio 2018 al 12 Aprile 2018
Facultade de Ciencias Xurídicas e do Traballo Universidade de Vigo – Campus universitario, 36310, Vigo – Aula A-209 (Multifuncional) iconlocandina

MPIANA J.K.- Le Organizzazioni internazionali africane e gli Stati membri

Abstract

L’Africa è un continente caratterizzato da un numero cospicuo di Organizzazioni internazionali che coprono tutte le cinque regioni in cui è suddiviso questo continente (Nord, Sud, Ovest, Est, Centro). Le organizzazioni si accavallano realizzando a volte una complementarità, a volte una concorrenza fra le rispettive competenze poiché è assai diffusa l’appartenenza di uno Stato a più Organizzazioni operanti nello stesso spazio geografico.
Le varie Organizzazioni internazionali africane (OIA) operano a tre livelli: continentale (Unione africana), trans-regionale (CEN-SAD) , regionale (CEDEAO , CEEAC , IGAD , EAC , UMA , SADC , COMESA ) e infra-regionale (CEMAC , UEMOA , CEPGL , ecc.) . Ci sono inoltre altre Organizzazioni internazionali con competenze più tecniche che operano e arricchiscono il panorama del regionalismo africano. Esse perseguono finalità d’integrazione giuridica al servizio dello sviluppo economico . Nonostante queste Organizzazioni siano autonome, alcune di loro (le sette sopra elencate che operano a livello regionale (CEDEAO,CEEAC,IGAD,EAC,UMA, SADC e COMESA) e quella trans regionale (CEN-SAD) fungono da pilastri giacché sono considerate “funzionali” nell’ottica dell’integrazione a livello africano, dovendo armonizzarsi prima di fondersi in un unico soggetto al termine del percorso disegnato dal Trattato di Abuja nel 1991 e ribadito in varie strumenti successivamente adottati dalla Conferenza dei Capi e dei governi ed altri predisposti dalla Commissione dell’Unione africana ,sottolineato nella Dichiarazione solenne e nell’Agenda del 2063 approvata per celebrare i cinquant’anni dall’unità degli Stati africani, partendo dell’allora Organizzazione dell’Unità africana (OUA) creata nel 1963 e sostituita dall’Unione africana (UA) nel 2000, entrata in vigore nel 2002. L’Agenda 2063 elenca gli obiettivi da raggiungere nei prossimi cinquant’anni (a partire dal 2013) tra i quali è indicata un’integrazione più stretta del continente. […]

 

COCIANI S.F. – Il contraddittorio endoprocedimentale nella giurisprudenza di legittimità: Regola o principio?

Abstract

L’autore esamina le ricadute della recente giurisprudenza di legittimità (Cass., ss.uu., 9 dicembre 2015, n. 24823) in tema di contraddittorio preventivo. Dopo averne messo in evidenza talune incongruenze, ne prospetta il superamento facendo ricorso all’analogia legis, peraltro anche alla luce dei principi generali in materia così come interpretati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia.

The author examines the impact of recent Supreme Court jurisprudence (Cass., ss.uu., 9 December 2015, n. 24823) about the “audi alteram partem” principle. And, after having highlighted certain inconsistencies, he suggests overcoming these by resorting to the “analogia legis”, but also considering the general principles as interpreted in the jurisprudence of the EU Court of Justice.

 

BORGIA C. – Il contraddittorio preventivo nel caso Kamino: da principio generale atto a tutelare il diritto di difesa, a criterio subordinato alla dimostrazione che il risultato sarebbe stato diverso. Le ricadute nel diritto interno e le ragioni a favore di un generale riconoscimento del diritto al contraddittorio endoprocedimentale.

Abstract

1. I fatti principali.
La controversia sottoposta all’attenzione della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che vede contrapposti due spedizionari doganali all’Amministrazione fiscale olandese, ha ad oggetto la portata del diritto al contraddittorio, così come previsto dal diritto comunitario nell’ambito dei procedimenti amministrativi, e le conseguenze della sua violazione.
In sintesi, dalla descrizione dei fatti di causa risulta che tutto ha origine da due intimazioni di pagamento emesse nell’aprile 2005 dall’Amministrazione finanziaria olandese nei confronti di due spedizionieri doganali, i quali avevano proceduto ad un’errata classificazione delle merci che gli stessi intendevano immettere in libera pratica.
Gli spedizionieri dichiaravano tali merci alla voce della nomenclatura combinata “ombrelloni da giardino e simili” e pagavano i dazi doganali previsti per siffatta voce nella misura del 4,7%.
A seguito di un controllo, le autorità doganali olandesi consideravano tale classificazione inesatta ritenendo che tali merci dovessero essere classificate alla voce “tende e oggetti per campeggio” assoggettata ad un’aliquota più elevata pari al 12,2%. In conseguenza della riclassificazione operata, l’autorità olandese procedeva a notificare direttamente, senza dar modo agli spedizionieri di esporre il loro punto di vista, intimazione di pagamento per il recupero dei maggiori dazi.[…]

The article analyzes the issue of the value of the adversarial procedural principle, understood as the general principle of the tax system. The author attempts to outline the content of the “test of resistance”, concerning a supposed utility of the aforementioned contradictory procedural principle, affirmed in the Kamino judgment, to then analyze the recent developments in terms of preventive contradictions in the Italian tax system.

 

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