L’importanza e la centralità nell’ambito dell’ordinamento interno della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della giurisprudenza elaborata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sono oramai indiscutibili. Tale rilevanza si avverte profondamente nell’ambito del processo penale posto che l’art 6 C.e.d.u. enuclea i principi fondamentali da cui non è dato prescindere ai fini della realizzazione di un equo processo. Oltre alla disposizione appena citata, vi sono, poi, altre norme (artt. 3, 5, 8) concernenti diritti fondamentali dell’individuo che l’accertamento processuale può inficiare e che, dunque, costituiscono parametri ai quali costantemente guardare per l’affermazione di un processo penale “equo”.
Data questa premessa e registrata una sempre più incessante influenza della giurisprudenza sovranazionale nelle impostazioni degli ordinamenti interni, si tratta di verificare in quali termini e modi essa si esplichi a livello del processo penale.
In quest’ottica, la ricerca si muoverà in duplice direzione: analizzare gli orientamenti della Corte europea dei diritti dell’uomo nei principali settori del processo penale e verificare in quale modo le accertate violazioni possano trovare soddisfazione nell’ordinamento interno (a quest’ultimo proposito, v. la Sezione “Efficacia delle sentenze C.e.d.u. e rimedi interni nel processo penale”). Per quanto concerne questa sezione, l’obiettivo è quello di evidenziare l’impostazione che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato a taluni diritti fondamentali dell’individuo nel settore del processo penale, registrandone eventuali mutamenti susseguitisi nel tempo e dando conto di nuove sollecitazioni che dalla giurisprudenza sovranazionale potrebbero provenire circa temi di rilevante attualità. A tal fine saranno selezionate ed analizzate – suddividendole nelle apposite sottosezioni – le principali decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo inerenti le garanzie dell’imputato, le indagini ed il procedimento probatorio, nonché la tutela della vittima del reato, soprattutto ove si tratti di minore.
The importance of the European Convention on Human Rights and the centrality of the case-law of the European Court of Human Rights in the context of domestic legal systems are beyond discussion. This is most clear in the case of criminal proceedings, since Article 6 ECHR sets out the fundamental principles from which one cannot deviate in the interests of a fair trial. In addition to the above-mentioned provision, there are, also, other rules (Articles 3, 5, 8) concerning fundamental rights that the trial process may invalidate, and that consitute, therefore, parameters that should be constantly monitored for the affirmation of a “fair criminal trial”.
Given this premise and taking note of the even more increasing influence of supranational jurisprudence on internal legal systems, it remains to be examined is how and on what terms this influence manifests itself at the level of the criminal procedure.
From this perspective, the research will focus on two specific aims: to analyze the guidelines of the European Court of Human Rights in the principal sectors of the criminal trial, and to verify how established violations can find satisfaction in domestic law (as dealt with in the section “ Execution of ECtHR Judgements and domestic Remedies in Criminal Procedure”). Aim of this section is to highlight the approach that the European Court of Human Rights has taken to certain fundamental rights in the context of the criminal trial process, by noting the amendments that have taken place over time, and giving account of new solicitations from supranational case law that may relate to pressing arguments. To this end, the main decisions of the European Court of Human Rights concerning the rights of the defendant, investigations and rules of evidence, and the protection of victims of crime, especially in the case of minors, will be selected, analyzed and subdivided into the appropriate subsections.