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PELLI L. – L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per aver fatto prescrivere condotte di violenza domestica e di genere avendo svolto tardivamente le indagini

Abstract

The ECHR has again condemned Italy regarding the violation of the positive obligations deriving from art. 3 (in its substantive and procedural profile) of the Convention in cases of domestic and gender-based violence, for not having the Italian authorities carried out timely and effective criminal proceedings, thus dropping most of the crimes reported. In particular, under the substantive profile of art. 3 C.e.d.u. the authorities did not react immediately to the accusations of domestic violence, carried out an adequate risk assessment related to the context and the extent of the danger, nor did they take all appropriate and proportionate measures to the level of risk identified, from a preventive perspective. As for the procedural profile, the Court held that the Italian authorities acted in the absence of diligence and timeliness, thus allowing crimes linked to a context of domestic violence to get barred by the statute of limitations.[…]

L’Italia è stata nuovamente oggetto di condanna da parte della Corte EDU in un caso concernente violenza domestica e di genere. Tale pronuncia di condanna fa, dunque, da eco ai recenti casi in cui il nostro Paese è stato condannato per analoghe motivazioni, quali Talpis c. Italia del 2 marzo 2017, Landi c. Italia del 7 aprile 2022 e De Giorgi c. Italia 16 giugno 2022.
In particolare, la condanna si basa sul fatto che le indagini sono state condotte dalle autorità italiane tardivamente, nonostante le numerose denunce e sollecitazioni da parte della vittima, e in modo tale da far prescrivere la maggior parte delle condotte denunciate.
I fatti di causa possono così essere sinteticamente riassunti. In data 19 gennaio 2007, la ricorrente ed il marito si erano recati presso un legale al fine di discutere della propria separazione. In tale contesto, il marito, entrato in forte agitazione, cercava di aggredire la moglie con un coltello ed attingeva l’avvocato il quale era intervenuto per difendere la donna.
Lo stesso giorno, la ricorrente presentava prontamente denuncia presso la stazione dei carabinieri i quali provvedevano a trasmetterla il giorno successivo al p.m., unitamente all’allegato referto medico del legale ferito. […]

PELLI L. – La Corte EDU torna a condannare l’Italia per mancate indagini effettive in un caso di violenza domestica e di genere

Abstract

The European Court of Human Rights has once again condemned Italy for failing to carry out an effective investigation, with the implementation of adequate preventive measures to protect the individual, in a case of domestic and gender-based violence. In doing so, Italy failed to fulfil its positive obligations under Article 3 of the Convention. Instead, the Court did not find a violation of Article 14 of the Convention due to a structural lack of effective protection of women victims of domestic violence or due to the discriminatory nature of the measures taken by the authorities against them.[…]

L’Italia è stata nuovamente condannata dalla Corte EDU, dopo il caso Talpis c. Italia del 2 marzo 2017, per non aver efficacemente svolto indagini e apprestato le idonee misure di prevenzione contro condotte, più volte denunciate da una donna, di violenza domestica e di genere ad opera del compagno le quali sono sfociate nel tentativo di omicidio della ricorrente, nonché nell’omicidio del figlio.
I fatti di causa possono così essere sinteticamente riassunti. La ricorrente viveva nella Provincia di Firenze con il proprio compagno con il quale aveva una stabile relazione sentimentale fin dal 2010. Nel 2011, nasceva dalla coppia un figlio.
A far data dalla fine del 2015, la ricorrente aveva iniziato a subire le prime aggressioni fisiche e verbali da parte del compagno. Infatti, l’uomo aveva in molteplici occasioni dato segno di squilibrio psichico pedinando, minacciando ed aggredendo la compagna. A seguito di un ulteriore episodio, la compagna avvertiva i carabinieri i quali accompagnavano l’uomo presso un nosocomio affinché venisse sottoposto a visita psichiatrica, all’esito della quale lo stesso non veniva rappresentato quale soggetto pericoloso. […]

PELLI L. – Obbligo di motivazione e declaratoria di inammissibilità del ricorso in cassazione: cerchi concentrici o prospettive conflittuali? La Corte EDU condanna l’Italia

Abstract

With this judgment, the ECHR condemned Italy for violation of the rules of procedural fairness. In particular, the applicant complained about the failure of the Italian Court of Cassation to take a position on a point, which he considered decisive for the purposes of his defence, namely the retroactive application of the most unfavourable criminal law, which precluded Mr. Felloni from having the generic mitigating circumstances recognized. Having acknowledged this lack of motivation, the Court of Strasbourg found that the decision of the Italian Court of Last Instance is a violation of the fundamental principle of the obligation to state the reasons, therefore unfair. […]

La Corte EDU, pronunciandosi su un ricorso sollevato da un cittadino italiano processato per guida in stato di ebbrezza, ha condannato l’Italia all’unanimità per violazione dei principi di equità processuale convenzionale in quanto la Corte di cassazione interna ha del tutto omesso di pronunciarsi su di un motivo del ricorso di non scarsa importanza. Tale arresto interpretativo della Corte di Strasburgo offre la possibilità di svolgere alcune considerazioni sull’equità processuale declinata insieme all’estremo rilievo dell’obbligo di motivazione. […]

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